Ministero per i Beni Culturali e Ambientali Ufficio Centrale per i Beni Archivistici Soprintendenza Archivistica per la Campania
Napoli, Villa Pignatelli, 14 e 16 ottobre 1996 - Salerno, Salone della Provincia, 15 ottobre 1996
Impaginazione web: Roberto Carleo - Gigi Viglione
Comitato scientifico Gaetano Arfè, Elio d'Auria, Maria Rosaria de Divitiis, Biagio de Giovanni, Giulio Raimondi, Antonio Sarubbi, Aldo Trione.
Coordinamento scientifico Maria Rosaria de Divitiis
Coordinamento esecutivo Angela Spinelli, Luigi Viglione.
Hanno collaborato Adriana Carnevale, Stefania d'Aquino di Caramanico, Maria Antonietta Taglialatela.
Segreteria organizzativa Soprintendenza Archivistica per la Campania Napoli Palazzo Marigliano 80133 via San Biagio dei Librai, 39 tel. 081.5516120- 203110 fax 081.5517115.
Hanno partecipato alla realizzazione Giuseppe Busiello, Anna Goglia, Andrea Lorido, Giuseppe Pisano, Teresa Sglavo. L'Ufficio Amministrativo, tutto il personale ex-Gepi.
Progetto grafico Luigi Viglione e Studio Adarte - Napoli.
Questo nuovo catalogo illustra la mostra "itinerante" e didattica predisposta in particolar modo per il mondo della scuola ed i giovani, dopo quella che ha accompagnato il convegno internazionale su Giovanni Amendola "Una vita per la democrazia ", in cui oltre cinquanta studiosi tra storici, politici, economisti, filosofi, letterati, giuristi, archivisti, sei mesi orsono, hanno illustrato e discusso di Giovanni Amendola, tra Napoli e Salerno e poi a Montecatini Terme. Questa ulteriore occasione di conoscenza e di diffusione e il risultato della volontà e dell'interessamento dell'Ufficio Centrale per i Beni Archivistici e del suo direttore generale prof. Salvatore Mastruzzi che vivamente si ringrazia per la sua grande disponibilità. Volontà e interessamento che hanno trovato immediata rispondenza nel Ministro per i Beni Culturali Walter Veltroni e degli onorevoli Alberto La Volpe e Willer Bordon, sottosegretari di Stato per i Beni Culturali che hanno risolto i problemi che ogni iniziativa comporta, senza dimenticare l'attenzione di Flora Calvanese, Rosella Bennati e Paola Moretti. Con grande impegno si sono adoperati nella risoluzione degli stessi problemi i colleghi del Ministero per i Beni Culturali, sia dell'Ufficio Centrale per i Beni Archivistici, e quindi in particolare Liliana Mezzabotta, Gigliola Fioravanti, Maria Ignazia Tocco, Maria Grazia Pastura e Laura Vallone, sia della Direzione Affari Generali e del Personale e quindi Clara Abbatecola, Cecilia Mastrantonio, Mariano Grillo e Giovanni Del Signore. Il consueto fervore dei dipendenti della Soprintendenza Archivistica per la Campania, e in particolare di Angela Spinelli e di Luigi Viglione, anche questa volta hanno collaborato con il coordinamento e la direzione di Maria Rosaria de Divitiis va il compiacimento mio personale, che conferma il riconoscimento del mondo della cultura che da mesi accompagna il loro lavoro e il loro impegno.
Aprile 1997 Giulio Raimondi Soprintendente Archivistico per la Campania
Sono veramente assai grato alla Soprintendenza Archivistica per la Campania, ed in particolare alla dottoressa Maria Rosaria de Divitiis, per l'iniziativa assunta nei 70 anni dalla tragica morte di Giovanni Amendola, mio Padre, di un convegno di studi " sulla costruttività " del suo pensiero e della sua azione politica. Pensiero ed azione anche documentati con una mostra, frutto di una difficile e ampia ricerca in questa Campania che sempre elesse, finche in vita, Giovanni Amendola deputato al Parlamento. Una ricerca che e valsa a reperire nuovi materiali documentari di notevole interesse sia negli Archivi di Stato e sia, soprattutto, tra le carte lasciate da quelli che furono più vicini a mio Padre nella sua battaglia antifascista. Sono veramente assai grato dell'iniziativa sul piano culturale e più propriamente su quello storico, ma anche per tre non piccole ragioni aggiuntive. Una, ed e questo il motivo della mia personale grande riconoscenza, e che per la prima volta un 'iniziativa intesa indubbiamente a ricordare e onorare la memoria di mio Padre , viene assunta spontaneamente da una istituzione pubblica e per di più proprio in questa Campania che gli diede i natali e fu tanta parte del suo arengo politico. Mentre invece, dopo la scomparsa di mio fratello Giorgio, è toccato sempre e soltanto a me il doveroso compito di sollecitare per le più significative ricorrenze della vita politica e della battaglia antifascista di mio Padre, un ricordo pubblico da istituzioni, stampa e tv, senza peraltro che le mie sollecitazioni avessero sempre un esito positivo. Altra ragione e che, sempre obiettivamente, la riscoperta del pensiero politico di Giovanni Amendola, con l'iniziativa della Soprintendenza e con quella che seguirà a giorni di un convegno a Montecatini, nei pressi del selvaggio agguato squadrista che segno la sua morte, può costituire un grosso contributo a una svolta nell'opinione pubblica che riaffermi le ragioni della battaglia antifascista tutta intera, prima e dopo la morte di mio Padre, contro i molteplici e crescenti tentativi di sminuirla e svilirla, tentativi accompagnati da una strisciante e ugualmente crescente rivalutazione del Regime fascista. Ultima ragione, infine, e che, nel contesto della situazione politica che l'Italia sta attraversando oggi, l'impostazione del convegno Napoli-Salerno e della mostra documentaria, una impostazione che pone un accento marcato sulla "costruttività" del pensiero politico di Giovanni Amendola, che privilegia cioè quanto c'e di "propositivo" nel suo pensiero, costituisce certamente una "scoperta" che potrà dare un buon contributo a sviluppi positivi della crisi che stiamo vivendo.
Pietro Amendola
Tra le attività istituzionali che gli archivisti in servizio presso le Soprintendenze svolgono con maggiore interesse e passione, anche se spesso con risultati deludenti, vi e quella relativa alla vigilanza sugli archivi privati d'interesse storico. E' settore vastissimo ma estremamente delicato per le implicazioni di riservatezza che accompagnano il concetto " archivio " e l'aggettivo " privato "anche se, e bene sottolineare, l'attività delle Soprintendenze e diretta, prioritariamente e principalmente, alla " conservazione " del patrimonio documentario privato e soltanto in un secondo momento con tutte le limitazioni, le precauzioni e le modalità che la legge stabilisce a garanzia del privato, alla valorizzazione, alla conoscenza, allo studio dei documenti costituenti l'archivio. Nel settore, come innanzi detto, vastissimo degli archivi privati, personalità politiche hanno sempre avuto particolare attenzione, anche dal punto di vista legislativo. Basti ricordare in questa occasione le scritture riguardanti i Poerio, gli Imbriani, Giovanni Nicotera, Gaspare Colosimo, gli archivi di Edmondo Cione e Giovanni Porzio, tutti conservati nell' Archivio di Stato di Napoli, quello di Enrico De Nicola conservato nell' Archivio Storico dell' Amministrazione Provinciale di Napoli, ed i tantissimi conservati nell' Archivio Centrale dello Stato a Roma, da Crispi a Giolitti, da La Malfa a Depretis, Orlando, Nitti. Pochi se si pensa ai tantissimi personaggi della vita politica, molti se si considera l'atteggiamento, a dir poco, non favorevole alla " conservazione " per i più vari motivi, ma in realtà pochi perché l'intervento dello Stato viene visto come una non tollerabile intrusione nella vita privata. Preconcetto ridicolo e assurdo quando si decide di intraprendere una qualsiasi attività pubblica: questa comporta, anche se non lo si voglia, una esposizione trasparente di tutto ciò che viene compiuto, anche le attività più private e riservate e quindi il distruggere una documentazione, che domani potrebbe costituire una fonte archivistica unica, costituisce un danno irreversibile, una " lesione " culturale non più sanabile. L'attività di vigilanza e stata, quindi, dedicata, come esemplarmente indico Riccardo Filangieri, alla conservazione degli archivi gentilizi, cioè di quelle famiglie che fino all'abolizione della feudalità nel Regno di Napoli " governavano " amministrando giustizia, controllando la vita e le attività delle Università dei loro feudi, svolgendo quindi mansioni e funzioni pubbliche. Gli archivi delle famiglie gentilizie conservati nell' Archivio di Stato di Napoli (circa un centinaio) hanno potuto quindi non solo dare un apporto decisivo alla ricostruzione dei fondi archivistici, distrutti durante la seconda guerra mondiale, ma anche conservare la documentazione sui componenti delle famiglie che a vario titolo avevano occupato incarichi pubblici dai più alti (Gran Cancelliere del Regno, Protonotario, componente del Consiglio Collaterale, Viceré) ai più modesti ma, tutti, necessari alla ricostituzione di circa 1000 anni di storia di Napoli e del Regno. L'attività privata e rispecchiata nella documentazione che viene conservata; documentazione di ogni tipo ma soprattutto scritta che, per la sua quantità sempre maggiore, fa portare una maggiore attenzione a quella da conservare, la cosiddetta documentazione "importante" senza limiti di tempo e senza effettuare scarti, intendendo per scarto l'eliminazione di quella parte della documentazione non più necessaria o duplicata in altri fondi archivistici. Se però tale criterio può ben essere utilizzato per gli archivi degli Enti pubblici, delle Società, di tutte quelle attività, cioè che trovano in norme giuridiche le regole della loro vita, non può, invece, essere utilizzato per gli archivi privati. Abbiamo infatti archivi di persone fisiche, archivi dei partiti politici, dei sindacati, di associazioni, di Istituti culturali, di attività economiche e commerciali, tutti archivi cioè che rispecchiano forme di vita sociale, documentazione di attività spontanee e senza controllo, oggi soprattutto molto sviluppate, che non e assoggettata ad alcuna norma giuridica, ma che e una documentazione la cui importanza e tanto più rilevante in quanto aspetto della vita della società attuale, aspetto mutevole, temporaneo e quindi meritevole di essere conservato per lo storico di domani. Dovrebbe essere quindi ribadita l'esigenza che la conservazione di tale documentazione e un'esigenza di interesse pubblico, che deve prevalere sull'interesse delle persone che tendono ad eliminare tutto ciò che non e più di immediata utilità. Negli archivi privati, soprattutto quelli familiari, prevale soprattutto la documentazione economica. I conti giornalieri, gli acquisti sono certamente uno degli aspetti più interessanti della vita della famiglia. Ma è altrettanto importante la conservazione contemporanea della documentazione non economica, la corrispondenza tra i familiari, le carriere scolastiche e professionali e quanto altro viene normalmente prodotto per iscritto, anche perché il progresso delle comunicazioni, soprattutto con l'avvento del telefono, ha notevolmente ridotto gli altri vari modi di corrispondenza. Pero solo negli archivi familiari, nelle minute degli atti pubblici e nelle scritture private tra i vari componenti della famiglia si potrà avere quel riscontro di notizie o di fatti che in via ufficiale sono presentati in maniera diversa. Una delle tipologie di archivi che maggiormente e necessario lo storico di domani e senza dubbio quella privata degli uomini politici: quanto più il politico avrà conservato di corrispondenza, di minute, di appunti tanto più potrà essere oggetto, da parte dello storico, di studio per i riscontri e gli approfondimenti non solo e non tanto dell'attività del politico, quanto della comunità in cui egli ha agito, di cui e stato rappresentante, espressione, realtà concreta ed effettiva di tutti i settori della società civile. Per la conservazione e valorizzazione degli archivi delle organizzazioni politiche, degli scritti delle personalita, un grandissimo contributo e dato dagli Istituti culturali, come l'Istituto Nazionale per la Storia della Resistenza, l'Istituto Luigi Sturzo, l'Istituto Gramsci e le numer0se Fondazioni che conservano, oltre alla documentazione riguardante i partiti politici, anche le carte private di numer0si parlamentari e ministri. La guida agli archivi dell'Istituto Gramsci di Roma, a cura di Linda Giuva, gli inventari e le pubblicazioni su Luigi Sturzo, il Partito Popolare e la Democrazia Cristiana a cura di Gabriele De Rosa sono affiancate dalle pubblicazioni e dalle guide che gli Istituti regionali per la Storia della Resistenza effettuano per la più completa conoscenza del patrimonio archivistico depositato presso di loro. Ma vi sono ancora conservate presso le famiglie, testimonianze della vita politica che andrebbero salvate. E' quindi da ribadire che lo scopo di questa mostra e di questo convegno e duplice. Accanto alla volontà dell' Amministrazione e dei tanti studi0si presenti di volere, a 70 anni dalla morte di Giovanni Amendola, ricordare il Suo pensiero ed effettuare una pausa di riflessione ed un bilancio degli ultimi venti anni sulla Sua pers0na e sulla società italiana del periodo in cui egli visse, va effettuata anche quell'attività di ricerca della documentazione cui innanzi accennavo. Attività che e stata premiata dall'ampia partecipazione di studiosi e di privati che hanno collaborato, segnalato e dato in prestito documenti, lettere e giornali, inediti o poco conosciuti. Il convegno e la mostra che oggi andiamo ad inaugurare sono innanzitutto la concreta espressione di ringraziamento che l'amministrazione archivistica deve alla famiglia Amendola, che ha conservato l'archivio di un "uomo politico", simbolo ed espressione della società in cui visse. Ringraziamento che va anche a colui che con tanta competenza e passione si e dedicato allo studio della documentazione di Giovanni Amendola, Elio D' Auria, autore gia nel 1991 di una prima relazione sull'archivio privato Amendola nell'ambito del convegno internazionale di studi " Il Futuro della Memoria " Capri 9-13 settembre 1991. Quel convegno organizzato dall'Ufficio Centrale per i Beni Archivistici, diretto allora dal prof. Renato Grispo, e della Soprintendenza Archivistica per la Campania riunì, in un importante momento di riflessione, storici ed archivisti per la discussione e la definizione dei tanti problemi qui indicati in poche righe. L 'auspicio, quindi, degli archivisti e che possano essere definite in via legislativa tutte quelle situazioni oggi lasciate alla buona volontà dei privati, anche con il regolamento d'attuazione del decreto del Presidente della Repubblica del 30 settembre 1963, n. 1409, "legge sugli archivi", non ancora emanato. Un particolare saluto va alla città di Montecatini terme e al suo Sindaco, che richiedendo la nostra mostra, ha voluto confermare il vincolo che unisce le due regioni, Toscana e Campania, nel ricordo comune della grande figura di Giovanni Amendola. Non posso terminare senza ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione e in particolare tutto il personale della Soprintendenza coordinato e diretto da Maria Rosaria de Divitiis e poi da Antonio Sarubbi ad Aldo Trione, da Rosa Aronica a Gigliola Fioravanti, da Nicola Spinosa Soprintendente per i Beni Artistici, ad Angela Tecce e a Massimo Luca Dazio. A tutti va il più cordiale e sincero ringraziamento.
Giulio Raimondi Soprintendente Archivistico per la Campania
Questa mostra realizzata dalla Soprintendenza Archivistica per la Campania di Napoli e stata connessa al Convegno "Giovanni Amendola - Una vita per la democrazia ", che si e svolto a Villa Pignatelli di Napoli e al Salone della Provincia di Salerno, tra il 14 e il 16 ottobre 1996, e al Convegno " Giovanni Amendola tra etica e politica " che si e svolto nella splendida sede liberty del comune di Montecatini Terme tra il 25 e il 27 ottobre 1996. Una prima sintesi didattica di questa mostra e stata realizzata per la scuola media " Giovanni Amendola " di Sarno, comune del salernitano, ancora tanto impregnato di " amendolismo ", nel dicembre 1996. Ora, più ricca di contenuti, anche se priva di documenti in originale, incentrandosi particolarmente sugli anni della politica attiva, 1919-1926 la mostra rappresenta un primo accesso alle fonti per 10 studio del Novecento, che proprio quest'anno impegna tanto la scuola. Accompagnata da questo nuovo catalogo, e destinata ad andare incontro ai giovani perché Giovanni Amendola "guardava all'avvenire della società italiana e quindi ai giovani di allora i quali recavano nei loro animi ansie e preoccupazioni di molti giovani d'oggi " (Sandro Pertini). Questo viaggio tra Napoli e Montecatini, nel nome di Giovanni Amendola, ripercorre l' itinerario archivistico che Giovanni Amendola intraprese dalla città dove nacque, Napoli (a via Rosario di Palazzo) in una famiglia semplice, ma percorsa da sentimenti e caratteri nobili, fino al luogo (anzi ai luoghi toscani) dove, con oscena predeterminazione, si consumo tra il Grand Hotel & La Pace di Montecatini e i Comuni di Monsummano e Pieve a Nievole, la parabola breve, ma intensa, della sua vita. Sarebbe morto poi, fuori d'Italia, nella Francia che tanta parte aveva e avrebbe avuto nel destino del suo nome (e si pensa alla "Scelta di vita " dell'indimenticabile figlio Giorgio ). Ma appunto tra Napoli, Roma, la Toscana e poi di nuovo giù a Salerno, tra i comuni del salernitano, e Napoli, cosi vivi di borghesia illuminata e colta, Giovanni Amendola, spese le sue energie in un arco di tempo fervido e breve (mori nel 1926 a 44 anni) percorso da sacrifici, interessi, passioni, impegni intellettuali che, per chi vive la sua vita a livello alto, non può prescindere, ad un punto, da un impegno politico diretto, in spirito di servizio, connesso all'evenementiel, come definirebbe oggi la storiografia, la volontà, l'imprescindibile necessita, di combattere sul ring politico (a proposito, Giovanni Amendola amava la boxe). E l'evenementiel per Giovanni Amendola, l'autodidatta, il filosofo, il pensatore, l'organizzatore culturale, il poliglotta, il docente universitario, il giornalista, il cultore sempre all'avanguardia di ogni raffinatezza intellettuale, fu il pericolo di veder conculcate le conquiste delle lotte risorgimentali, minacciate, nel tramonto dello Stato liberale, in un processo di destrutturazione di una società nazionale ancora precaria, in uno Stato unitario gia minacciato, fin nelle fondamenta etico-politiche istituzionali, in un dopoguerra percorso dagli esiti di una guerra vittoriosa, ma troppo precoce. E un pensatore lungimirante, dallo spessore culturale internazionale, non raro al tempo, ma certo eccezionale, formatosi negli ideali unitari, che aveva elaborato una filosofia, di vita innanzitutto, racchiusa nella "volontà e il bene ", mutuata dai suoi studi su Maine de Biran non poteva non pervenire all'impegno diretto, alle responsabilità della polis, davanti al pericolo della conquista rivoluzionaria delle masse egemonizzate dai socialisti, poi all'opposizione al governo Mussolini, e infine alla strenua battaglia antifascista, dopo il '22. La scelta per questo impegno cadde, dal 1919, nella terra delle sue radici. Questo impegno, preparato dalle pagine del' Corriere della Sera' di Albertini, ristretto nell'originario agro sarnese-nocerino, poi, per le riforme elettorali del 1923, aspramente combattute, si allargo, finche la sua leadership si estese a Napoli fino a farne il capo di una lista delle opposizioni, e un punto di riferimento intransigente, consapevole del suo destino con la secessione aventiniana. La scelta sarnese fu dettata certo da ragioni di opportunità elettorali, ma si fondo anche sulle analisi dei problemi, dei caratteri, delle strutture econ9miche e sociali, civili e produttive delle province e delle campagne meridionali, come sempre in grave ritardo nel processo di modernizzazione, se al di la delle consuetudini con i letterati, gli artisti, gli intellettuali di tutta Italia e non solo, stabili legami cosi forti anche con le elites della provincia meridionale, i professionisti illuminati, la borghesia colta, i più aperti proprietari terrieri, gli impiegati, i combattenti, gli amministratori locali, ma anche i più umili contadini. Nel percorrere l'itinerario di questi anni cosi diversi, attraverso il materiale documentario esposto, i carteggi, gli interessi e le consuetudini, si percorre una parabola ad un tratto involutiva, ma che a ben riflettere, attraverso una nuova consapevolezza di realtà apparentemente minori, lo fa sensibile e lo apre a un mondo, a problemi che lo irrobustiscono in una percezione più concreta, cui risponde sempre in modo alto, svettando nel cielo del mondo politico, con scelte ed esiti ancora non completamente storicizzati, su cui si sono polemicamente pronunciati specialmente Sturzo e Dorso, accusandolo per la " conservazione intelligente " il primo e per l'incapacità di discostarsi da un 'impostazione formale, mai sostanziale del problema del Mezzogiorno, l'altro. E fuor di dubbio pero che Amendola fu " il politico di eccezionale statura, un grande parlamentare e un grande statista"... "l'esempio di un uomo che considerava la vita il prezzo del suo ideale " come lo ha ricordato in anni recenti Sandro Pertini. Ne va dimenticato come, accanto ad una dimensione provinciale, si dispiega la voce de' Il Mondo' che tanta parte avrebbe avuto, nella sua lezione anche con il nuovo ' Il Mondo' di Pannunzio. Una consuetudine certo, forse meno intrigante, anche con solidi intellettuali meridionali, sempre al suo fianco, in una battaglia politica che, nonostante le necessarie consuetudini con il collegio elettorale, non cadde mai nel politicien, al di la delle accuse strumentali. Di tutti questi rapporti, dai più alti ai minimi, si e cercato di dar conto nella scelta dei carteggi, delle foto di questa mostra che segue la vita, le opere, i giorni di Giovanni Amendola nel pubblico come nel privato e che per questa mostra didattica si e ancora accresciuta. Un filo lega l' Amendola degli affetti, verso il padre, la madre (matrone), gli zii, pressato dalla voglia di non pesare anzi di sostenere le loro difficoltà, essendo, per qualche anno, impiegato delle Belle Arti, comunque inserito nei circoli raffinati delle vestali inglesi della teosofia di Roma. Si percorre poi il forte legame, complesso e pure semplice con la moglie Eva Kuhn, una donna particolare per i suoi e per tutti i tempi, venuta dalla Lituania, che guido con grandi sacrifici la sua formazione e il suo inserimento di respiro europeo, con cui ebbe anche un intenso rapporto intellettuale, espresso in lunghe lettere in francese, condivise l'interesse per l'esoterismo, le scienze occulte, ricevendo un grande influsso soprattutto per le sue esperienze letterarie (che si vuole onorare pubblicando un intervento a lei dedicato) e fino al carnale, meridionale legame con i figli, che ebbero da lui, spesso padre e madre insieme, per vicende dolorose, anche tenerezze materne, oltre che educazione morale e vigile. Tutta questa documentazione proviene specialmente dall'archivio privato che la famiglia ha destinato, con esemplare senso del pubblico, all' Archivio Centrale dello Stato, reso disponibile qui dal figlio Pietro e dal curatore del carteggio prof. Elio d' Auria, cui va un grazie dal cuore. Ma una parte importante e quella, certo non esaustiva, in possesso di Istituzioni culturali, altri archivi privati, Archivi di Stato, Archivi comunali, da cui proviene tanto materiale e soprattutto quello raccolto con sollecitazioni e pressioni presso i tanti più o meno noti discendenti degli amici, dei sostenitori, dei collaboratori di Giovanni Amendola, alla liberalità dei quali rivolge un particolare ringraziamento, e che costituiscono un esempio per i pigri, i restii, che hanno disperso il patrimonio archivistico che a volte, per carte apparentemente modeste o solo personali, non e valutato nel suo potenziale per la storiografia, che, da tempo dedica con la sua attenzione e fonti le più diverse, che solo gli specialisti possono apprezzare e che quindi deve uscire dal chiuso, geloso possesso privato, che ha dato e darà adito solo ad una colpevole distruzione, ingrata verso chi queste carte ha prodotto o conservato. Anche per molte fotografie, giornali, curiosità, questa mostra e in debito di riconoscenza verso tanti. Ma quanto altro ancora va disseppellito e valorizzato! Per concludere si segnala come l'incremento che con nuovi significativi spunti rende possibile dar conto dell'emozione, della tensione che scuote e percorre nel nome di Giovanni Amendola e del suo sacrificio consapevole tutto un mondo in fermento di amici, politici pensatori ed intellettuali da Fortunato a Croce, da Papini a Prezzolini, da Missiroli ad Albertini, da Bracco a Cassola, da Marone a Scaglione, le più semplici e le più nobili figure della storia dell'antifascismo, della democrazia, dell'Unita del nostro Paese, che 'aspettando" come lui sotto la terra francese, ne avrebbero riscattato il martirio.
Maria Rosaria de Divitiis Soprintendenza Archivistica per la Campania
RICORDO DI EVA KUHN*
* Questo intervento della nipote Antonella Amendola, figlia di Pietro, fu preparato in occasione del convegno "Giovanni Amendola. Una vita per la democrazia" (Napoli"Salerno, 14-16 ottobre 1996) e poi letto anche al convegno " Giovanni Amendola tra etica e politica" (Montecatini Terme, 25-27 ottobre 1996).
Mia nonna Eva Kuhn aveva 23 anni quando nel 1903 lascio Zurigo e gli studi in medicina ai quali si era avviata perché alla prima lezione di anatomia, alla vista di un cadavere, si era sentita male. Era nata il 21 gennaio 1880 a Vilne, nell'odierna Lituania, quando quella città era del tutto russificata. Suo padre Oscar Kuhn, era di origine baltica, aveva studiato all'università di Dorpat e insegnava materie letterarie in un istituto di Vilne: scriveva poesie e novelle, era appassionato di musica, aveva il culto di Heine e di Schopenhauer. La madre Enny Wittmann era stata educata in uno dei migliori collegi della gioventù bene moscovita. Quando arrivavano le feste natalizie mia nonna entrava in fibrillazione, aveva una sorta di slancio bambinesco, a dispetto dell'età, per i riti del focolare domestico: le piaceva agghindare l'albero con mandarini freschi. In quelle occasioni mi raccontava delle feste che trascorreva con i suoi sei fratelli in famiglia, al caldo riparo della dacia, mentre fuori c'era una spessa coltre di neve. Nell'album di famiglia che mio padre conserva i familiari di mia nonna Eva, sua madre, le zie, gli zii, gli amici hanno facce poetiche, esotiche, proprio da romanzo russo, gli uomini con baffi, barbe fluenti, le donne con crinoline, pizzi, nastri e cappellini. Gente di un altro mondo, di un altro universo, ora chissà dove sparsa per la terra. Alla nonna Eva il Natale sembrava il momento magico in cui il cuore dell'uomo viene toccato, illuminato dalla scintilla di bontà che l'eterno signore dell'universo sa suscitare. Io rammento i racconti di Natale fatti da mia nonna, mentre bambina sedevo suI bracciolo della sua poltrona, storie di conversioni, di solidarietà miracolose, di redenzioni dal male, trame che ella traeva dai suoi libri in cirillico aperti sulle ginocchia. Più tardi ho scoperte che erano i racconti, i romanzi brevi di Dostoievsky che stava traducendo. E di quello scrittore, il nume di Eva Kuhn insieme al filosofo Schopenhauer, conservo un ritratto che mia nonna ha sempre tenuto in prossimità del capezzale del letto. Dostoievsky vi appare con la giubba plebea dei contadini russi, il volto dimesso, rassegnato ma non vinto: l'effigie di una maturità dolorosa che tuttavia non cessa di sperare nel proprio salvifico miracolo di Natale, la potenza catartica della scrittura. Eva Kuhn incontra Giovanni Amendola a Roma, dove si e recata per studiare l'italiano, nell'ambiente della società teosofica. Lui e un giovane alto con occhi melanconici, che mangia vegetariano e si nutre di cultura, di spirito, per rimanere aderenti al lessico dell'epoca. Si innamorano, scoprono insieme a piedi le bellezze del centro storico, una volta rimangono chiusi a Villa Borghese perché si sono attardati dopo i[ tramonto, lui le scrive bellissime lettere in francese piene di pudore e di nobili ideali. Sono due intellettuali poveri che vivono con le traduzioni, sperano nella pubblicazione di un articolo, devono fare i conti con la famiglia di lui che nicchia, non vorrebbe concedere il permesso a[ matrimonio e lo farà solo dopo la promessa di un piccolo vitalizio mensile che il giovane si impegna a versare. Nei ricordi di Eva Kuhn onusta d'anni e di tragiche esperienze, quale io l'ho conosciuta, Giovanni Amendola, Vania come lei confidenzialmente lo chiamava, era rimasto il bel giovanotto che si attardava con lei lungo i viali di Villa Borghese, l'intellettuale che aveva solo due camice e due colletti duri nell'armadio. Mia nonna mi raccontava delle acrobazie che doveva fare per permettere al marito di uscire sempre lindo e in ordine anche in inverno, quando la biancheria si asciuga con fatica. Mi narrava delle sue tragicomiche peripezie per trovare nelle latterie romane la panna acida, ingrediente per cucinare piatti russi, mi confermava quanto fosse difficile tenere acceso il fuoco per gli usi domestici. Lei non e mai stata una brava massaia dalle virtù casalinghe, pero amava riandare con la memoria agli esordi della vita matrimoniale, alle camere con uso cucina prese in affitto, a quel taglio di buona stoffa bianca che doveva servire per un bell'abito e che invece fu trasformato in piccole camicine per il neonato Giorgio, indumenti tagliati in foggia cosi minuscola dalla sua mano inesperta che risultarono poi inservibili, adatti per una bambola. Mi sono domandata spesso perché mia nonna non accennasse mai alla sua vita di donna matura. Soltanto una volta mi disse, con occhi straziati, che aveva appreso della morte del suo Vania da un idraulico, un operaio che era entrato nella camera della clinica dove era degente per aggiustare un lavandino. Aveva con se un giornale con una foto di Giovanni Amendola e volgendosi verso l'ignara vedova disse: "Peccato l'abbiano ucciso, di uomini cosi in Italia ce ne vorrebbero tanti". Io credo che nonna Eva tacesse sui drammi che avevano tanto segnato la sua vita e cioè la sua salute malferma, la morte del marito, il fascismo, la diaspora della famiglia con i figli in prigione e a[ confine, perché si era aggrappata a quella immagine del marito negli anni verdi e speranzosi e tale voleva conservarla nel cuore, scevra dalle brutture degli uomini e dallo scempio del tempo. Cosi Vania dal colletto duro e dalla camicia bianca era per lei come una sorta di eroe mitico, il protagonista della eterna lotta fra il bene e il male, colui che quando viene attaccato dal drago e mortalmente ferito si guadagna un 'eternità che non ha nulla a che vedere con il misero cielo delle vicende umane. Qualche volta ho vista mia nonna rivolgersi verso il ritratto del marito con toni di vera e propria devozione religiosa. Lei a settant'anni e più continuava a vivere nel ricordo di quell'incontro con la trepidazione di una ragazza innamorata. Rammento quando era in preparazione il libro Vita con Giovanni Amendola, primo e preziosissimo contributo per tutti gli studiosi del pensiero e dell'opera di mio nonno. In casa delta nonna si affacciavano gli amici sopravvissuti del marito, soprattutto i compagni di cordata del Mondo, come Cianca, Vinciguerra, Visco, o figure come Ruini, Viola, Papini. Rammento con quanta ansia la nonna aspettasse la corrispondenza con Prezzolini. Eva Kuhn si era dedicato a quel lavoro con entusiasmo febbrile, credo già presaga, in qualche modo, delta fine non lontana. Del resto, sono sicura, non aveva paura delta morte e si sentiva serena per la testimonianza resa con il volume edito da Parente e per la nascita del mio fratellino Giovanni che assicurava un futuro alla famiglia "minacciata" dalla sola progenie femminile. Mia nonna ha scritto fino all'ultimo, ha tradotto, ha pubblicato: con foga si gettava sulle amate carte dalle quali il fascismo l'aveva divisa. Il regime le aveva infatti impedito di insegnare, di esprimersi come intellettuale e questo diniego le peso moltissimo perché per lei la cultura era la vita. Cerco negli ultimi anni di recuperare il tempo perduto, con i proventi del lavoro editoriale faceva regali sontuosi a noi bambini e non mancava di fornire un appoggio al partito comunista, il partito dei figli anche se non era di quelle idee. Rammento come una. delle mie più grandi gioie infantili il giorno in cui vidi alla televisione lo sceneggiato di Albertazzi tratto dai Fratelli Karamazov: i titoli di testa dicevano che la traduzione l'aveva fatta mia nonna. Quante volte con lei avevo parlato di quel signore con la giubba plebea, Dostoievsky, che aveva il demone del gioco, dissipava le notti. Le notti fonde delta Russia, con i fiocchi di neve che mulinano bianchi, ma poi aveva uno scatto di redenzione colla scrittura "come sarebbe bello il mondo, diceva la nonna, se gli uomini toccati dal Male riscoprissero il loro essere fanciullo, aderissero con innocenza alla parola di Cristo". E volgeva gli occhi verso il ritratto di Vania l'eroe eternamente ragazzo che il male non era riuscito a piegare.
Antonella Amendola
NOTA BIOGRAFICA
1882. 15 aprile - Nasce a Napoli da Pietro ed Adelaide Bianchi. 1888-1899. Frequenta a Roma le scuole elementari e l'Istituto Tecnico. 1899 - Si iscrive alla facoltà di Matematica presso l'Università di Roma. 1902 - Segue a Roma i corsi di Antonio Labriola alla Facoltà di Filosofia. 1905-1909 - Collabora alle riviste: " Leonardo ", " Rinnovamento ", " Revue du Nord ", e "Revue de Metaphysique et de Morale". 1906, ottobre-dicembre - Frequenta presso la facoltà di Filosofia e Psicologia di Lipsia le lezioni di Wilhelm Wundt. 1907 - E Segretario presso l' Amministrazione centrale delle Belle Arti. 1907, 25 gennaio - Sposa Eva Kuhn, venuta a Roma dalla Lituania per coltivare gli studi in Italia, che fu raffinata ed influente compagna della sua vita. Dall'unione nacquero i figli Giorgio, Ada, Antonio e Pietro. 1909-1912 - Collabora stabilmente a " La Voce " di Papini e Prezzolini. 1911 - Fonda e dirige, con Papini, la rivista "L'Anima", da cui traspare il vigore mistico della sua profonda religiosità. 1912 - E corrispondente politico da Roma del " Resto del Carlino ", quotidiano di Bologna. 1913 - In aprile viene nominato libero docente di Filosofia teoretica all'Università di Pisa dove tiene un corso di lezioni. 1914 - In agosto diviene redattore dell'edizione romana del "Corriere della Sera". 1915 - In marzo viene richiamato alle armi ed inviato al fronte come capitano d'artiglieria, ma continua la sua attività giornalistica. 1916 - E capo dell'ufficio romano di corrispondenza del "Corriere della Sera". 1918, 8-10 aprile - Partecipa quale componente della delegazione italiana guidata dal giurista Ruffini al Congresso di Roma delle nazionalità oppresse svolgendo un intervento su La politica delle nazionalità. 1919, 15 novembre - E eletto deputato per la circoscrizione di Salerno. 1920, maggio-giugno: E Sottosegretario di Stato alle Finanze nel 3° ministero Nitti. 1912, - Si dimette da capo corrispondente del "Corriere della Sera" da Roma 1921, 15 maggio. E rieletto deputato nella circoscrizione di Salerno. 1922 - Fonda "Il Mondo", un nuovo giornale diretto insieme con l'on. Andrea Torre. 1922, febbraio-ottobre - E Ministro delle Colonie nel 1° e 2° ministero Facta. 1922, 28 ottobre. E convinto sostenitore nel consiglio dei ministri, della necessita dello stato d'assedio per fermare le squadre fasciste in marcia su Roma. 1923 - Conduce su "Il Mondo" ed alla Camera una dura Opposizione contro la legge elettorale Acerbo voluta dal governo fascista. 1923, 26 dicembre - E aggredito e ferito da fascisti in via Francesco Crispi a Roma. 1924, 5 aprile - E rieletto deputato nella circoscrizione di Napoli alla testa di una sua lista di Opposizione costituzionale, nucleo della futura Unione nazionale, anche con Roberto Bracco. 1924, 27 giugno - Promuove, dopo l'eccidio di Matteotti, insieme con Turati, De Gasperi, Facchinetti ed altri, la secessione parlamentare di 117 deputati che prenderà il nome di Aventino. 1924, 18 novembre - Pubblica su "Il Mondo" il manifesto al Paese dell'"Unione nazionale delle forze liberal-democratiche". 1924, 27 dicembre - Pubblica su "Il Mondo" il "Memoriale Rossi". 1925, 13 marzo - Fonda a Roma "11 Risorgimento", giornale democratico del mattino. 1925. 10 maggio - Pubblica su "Il Mondo" il Manifesto degli intellettuali antifascisti, scritto, su suo invito, da Croce in risposta al manifesto degli intellettuali fascisti redatto da Gentile. 1925, 5 aprile - Subisce una seconda aggressione in Via dei Serpenti a Roma. 1925, 15 luglio - Pronuncia a Roma, al I° congresso dell'Unione, un importante discorso politico... "se anche noi dovessimo cadere ...". 1925, 20 luglio - Dopo esser stato assediato a lungo in un albergo di Montecatini dalle squadre fasciste, e obbligato a partire, ma nel cuore della notte, con l'inganno, gli e tesa una imboscata e viene aggredito e ferito gravemente tra Monsummano e Serravalle da una banda fascista. 1925, 5 dicembre - Dopo un lungo periodo di cure in Francia, ritornato a Roma, presiede il consiglio nazionale dell'Unione: sarà la sua ultima riunione politica. 1926, 20 gennaio - Rivendica " anche a nome dei colleghi unionisti " con un comunicato al presidente del consiglio la sua volontà secessionistica, in riferimento a intimazioni pronunciate dallo stesso presidente nella seduta del 17 gennaio. 1926, 7 aprile - Dopo essersi sottoposto a Parigi ad una delicata operazione chirurgica, muore a Cannes dove viene sepolto. Sulla sua tomba vengono incise le parole dettate da Roberto Bracco: "Qui - vive - Giovanni Amendola - aspettando". 1950, 7 aprile - La sua salma torna in Italia, dove e sepolta nel cimitero di Napoli tra gli uomini illustri, accanto ai patrioti del Risorgimento. Lo segue anche su questa tomba la lapide dedicatagli da Bracco.
NOTA BIBLIOGRAFICA (oltre agli scritti sulle riviste e agli articoli sui giornali)
Prefazione a J. Ruskin, Le fonti della ricchezza, Roma 1908. Prefazione a M. De Molinos, Guida spirituale, Napoli 1908 (ripubblicata poi in Etica e biografia, Milano 1915, pp. 97-120, e ristampato nella nuova edizione, con prefazione di M. Vinciguerra, Milano-Hoepli 1953, pp. 110-125). Filosofia e psicologia nello studio dell'io, Extrait des Comptes rendus du VI congres international de Psycologie, Geneve 1909. Catalogo della Biblioteca Filosofica in Firenze, Firenze 1910. Prefazione a M. Buonarroti, Poesie, Lanciano 1911 (gia pubblicata in La Voce, 29 dic. 1910, poi ripubblicata in Etica e Biografia, Milano, 1915, pp. 69-86, e ediz. cit. del 1953, pp. 89-98). La volontà e il bene - Etica e religione, Roma 1991 (poi in Etica e Biografia, cit. 1953, pp. 3-32). Gli scritti di Giovanni Vailati, in Nuova Antologia, serie 5, n. 152, 1911, pp. 76-89; Maine de Biran, Firenze 1911 (poi in Etica e Biografie, cit., 1953, pp. 37-38). La Categoria, Bologna 1913 (poi in Etica e Biografia, cit., 1953, pp. 173-259). Etica e Biografia, Milano 1915 (poi nel vol. omonimo, cit., 1953, pp. 39-50). Prefazione a M. Bersano-Begey, Vita e pensiero di Andrea Tovianski, Milano 1918. Il Patto di Roma (in collaborazione con G.A. Borghese, U. Ojetti, A. Torre e prefazione di F. Rufini), Roma 1919. Prefazione a G. Berkeley, Saggio di una nuova teoria della visione, Lanciano 1920. Una battaglia liberale, Torino 1924. La democrazia dopo il VI aprile MCMXXIV, Milano 1924 (vol. I di Res publica - Studi politici, economici e sociali diretti da G. Lazzeri). Per una nuova democrazia, Relazioni e discorsi al I congresso dell'Unione Nazionale, Roma 1925 (sono dell' A. l'introduzione al volume e un discorso). La Nuova Democrazia, Napoli 1951 (raccolta di discorsi e scritti politici). Etica e Biografia, Milano-Napoli 1953, cit. (raccolta di scritti filosofici e culturali). La democrazia italiana contro il fascismo 1922-1924, Milano-Napoli 1960 (raccolta di articoli pubblicati nel Mondo dal 20 luglio 1922 al 15 maggio 1924).
(a cura di Maria Rosaria di Divitiis) Soprintendenza Archivistica per la Campania
ARCHIVIO
PRIVATO GIOVANNI AMENDOLA* * L'elenco di consistenza dell'archivio privato Giovanni Amendola si riferisce all'ordinamento curato dalla figlia Ada e quindi si e seguito il semplice ordine
cronologico.
Certificato di battesimo di Giovanni Amendola
della Parrocchia di Sant' Anna di Palazzo di Napoli 4 giugno 1886, Napoli Lettera di Giovanni Amendola allo zio scritta
all'età di sei anni 18 marzo 1888, Roma La prima lettera di Giovanni Amendola a Eva Kuhn 26 dicembre (1901), s.l. Lettera di William James a Giovanni Amendola con
un appunto di Amendola sulla busta 28 agosto 1905, Cambridge, Massachusetts USA Lettera di Giovanni Amendola a (a William
James) 16 ottobre 1905, Roma Cartolina di Giovanni Amendola a Giovanni Papini 11 settembre 1906, Lipsia Cartolina di Giovanni Papini a Giovanni Amendola 18 ottobre 1906, Firenze Lettera di Giovanni Amendola a Giovanni Papini 7 novembre 1906, Lipsia Richiesta di Giovanni Amendola alla Biblioteca di
Lipsia del testo di Spinoza «Ethica, methodo geometrico demonstrata» 7 novembre 1906, Lipsia Lettera di Julia H. Scott a Giovanni Amendola 26 novembre 1906, Firenze Lettera di Giuseppe Prezzolini a Giovanni
Amendola su un progetto editoriale 16 agosto 1910, Firenze Cartolina di Adelaide Amendola al figlio Giovanni
31 dicembre 1910, Roma Comunicazione dell'Università degli Studi di
Pisa a Giovanni Amendola dell'incarico di libera docenza in filosofia teoretica 13 gennaio 1912, Pisa Cartolina postale di Giovanni Amendola a Scipio
Slataper 8 aprile 1912, s.l. Lettera di Emilio Cecchi a Giovanni Amendola 27 aprile 1912, Roma Lettera di Mario Missiroli a Giovanni Amendola 23 luglio 1912, Bologna Lettera di Riccardo Bacchelli a Giovanni Amendola
sulla possibilità di ottenere delle collaborazioni giornalistiche (dicembre 1912), s.l. Lettera di Filippo Tommaso Marinetti a Giovanni
Amendola per invitarlo tra l'altro ad «una conferenza con declamazione di versi»,
perché abbia un 'idea di «un meeting futurista» 18 aprile 1913, Roma
Lettera di Giovanni Amendola a Papini 8 gennaio 1913, Roma Lettera di Giuseppe Prezzolini a Giovanni
Amendola nella quale gli chiede di scrivere «un paio di recensioni per il
Bollettino Bibliografico» 31 marzo 1914, (Firenze) Cartolina di auguri di Giovanni Amendola al
figlio Giorgio (Todo) 21 aprile 1915, Pisa Arresti per il tenente Giovanni Amendola per non
aver eseguito gli ordini 20 settembre 1915, s.l. Tesserino ferroviario di Giovanni Amendola
riservato ai giornalisti gennaio 1916, Roma Lettera del Ministro dell'Interno Vittorio
Emanuele Orlando a Giovanni Amendola 5 febbraio 1917, Roma Lettera di Gaetano Salvemini a Giovanni Amendola
sulla crisi politica in Italia nel 1917 14 febbraio 1917, Firenze Lettera di Ugo Ojetti a Giovanni Amendola. Ojetti
racconta di un suo incontro con Salvemini nel quale si sono chiesti: «... che
cosa si deve fare, che idee si hanno sull'avvenire? Resistere?» 15 febbraio 1918, Firenze Telegramma di Luigi Albertini a Giovanni Amendola
presso la redazione romana del «Corriere della Sera» 17 febbraio 1918, Milano Salvacondotto rilasciato a Giovanni Amendola,
quale capo dell'ufficio di corrispondenza del «Corriere della Sera», dal Regio
Esercito Italiano - Comando Supremo, durante la prima guerra mondiale 10 marzo
1918, s.l. Biglietto di Giuseppe Prezzolini a Giovanni
Amendola per comunicargli una riunione del Comitato Italo-Jugoslavo 10 aprile 1918, Roma Lettera di Luigi Cadorna a Giovanni Amendola 4 maggio 1918, Roma Lettera del Ministro del Tesoro Francesco Saverio
Nitti a Giovanni Amendola 8 giugno 1918, Roma Lettera di Tommaso Tittoni a Giovanni Amendola
sulla pubblicazione di un articolo di storia costituzionale inglese per il
periodico «Nuova Antologia» 15 ottobre 1918, Roma Lettera di ringraziamento del Gen. Enrico
Caniglia a Giovanni Amendola per una generosa offerta « ai nostri soldati» 27 novembre 1918, s.l. Telegramma di Benedetto Marone a Giovanni
Amendola nel quale si congratula per la vittoria alle urne 1919, Napoli Cartolina della figlia Ada a Giovanni Amendola
inviata presso la redazione romana del «Corriere della Sera» 11 gennaio 1920, s.l. Cartolina di Giovanni Amendola al figlio Giorgio
(Todo) 24 gennaio 1920, Roma Lettera di Luigi Einaudi a Giovanni Amendola
(Sottosegretario di Stato alle Finanze). Einaudi si congratula con Amendola per
il suo incarico alle Finanze, soffermandosi su alcuni importanti problemi
economici 28 maggio 1920, Torino Lettera di Francesco Saverio Nitti a Giovanni
Amendola 19 novembre 1920, Bacoli Attestato di proclamazione a Deputato del
Collegio di Salerno a Giovanni Amendola, per le elezioni politiche del 1921 23 maggio 1921, Salerno Invito del Presidente del «Comitato Pro Amendola»
di Mercato San Severino (Salerno) per il discorso di ringraziamento per
l'avvenuta elezione a deputato che Giovanni Amendola avrebbe tenuto in quella
città domenica 12 giugno 1921 Giugno 1921, Mercato San Severino 26 aprile 1922, Gardone del Garda
Lettera di solidarietà di Luigi Albertini a Giovanni Amendola
dopo l'aggressione 26 novembre 1923, Milano Telegramma di solidarietà di Gobetti a Giovanni
Amendola dopo l'aggressione subita 27 dicembre 1923, Torino Telegramma di solidarietà di Luigi Pintor a
Giovanni Amendola dopo l'aggressione subita 28 dicembre 1923, Roma Lettera di solidarietà di Emilio Scaglione a
Giovanni Amendola dopo l'aggressione 28 dicembre 1923, Roma Biglietto di Matilde Serao a Giovanni Amendola 6 febbraio 1924, Napoli Cartolina postale di Giovanni Amendola a Pietro
Gobetti alla vigilia delle elezioni del 1924 18 febbraio 1924, Roma Lettera di Matilde Serao a Giovanni Amendola in
cui fa riferimento alla morte della Duse 30 aprile 1924, Napoli Cartolina di Giovanni Amendola al figlio Giorgio 6 luglio 1924, Salsomaggiore Lettera di Mario Berlinguer che invita Giovanni
Amendola a inviare un contributo per il primo numero della rivista “Sardegna
Libera” 13 agosto 1924, Sassari Biglietto di Alcide Degasperi nel quale ringrazia
Giovanni Amendola per la solidarietà espressa in un suo articolo 23 dicembre 1924, s.l. Comunicato del Comitato Parlamentare delle
Opposizioni, con la determinazione di difendere la liberta di stampa e di
vigilare contro «le illusioni reazionarie dell'ora che passa» 19 gennaio 1925, Roma Indirizzo di augurio al Re dell' Assemblea dei
deputati secessionisti, per il giubileo reale, con l'auspicio del ripristino «delle
libere istituzioni» 3 giugno 1925, Roma 19 gennaio 1926, Roma Protesta «a nome dei deputati unionisti» contro
le condizioni che il Presidente del Consiglio vorrebbe imporre, con cui Giovanni
Amendola ribadisce la libera volontà ad astenersi dalle sedute parlamentari 20 gennaio 1926, Roma Testamento olografo di Giovanni Amendola 21 febbraio 1926, Parigi 20 aprile (1926), (Napoli) Biglietto di Filippo Turati a Giovanni Amendola s.d., s.l. Manifesto in occasione dell'assassinio di Giacomo
Matteotti s.d., s.l. Lettera di Corrado Alvaro a Giovanni Amendola 1 giugno, s.a., Roma Appunti di Giovanni Amendola su «The Yoga of
devotion» s.d., s.l. Biglietto di Giovanni Amendola a Eva Kuhn s.d., Roma Lettera di Giorgio Amendola al padre cui comunica
di aver rinviato la partenza da Acquafredda (casa Nitti?) s.d., Acquafredda Lettera di Vannicola a Giovanni Amendola in
occasione della pubblicazione del primo numero della rivista «Prose» di cui
Amendola fu condirettore con Aldo de Rinaldis 15 ( ), Roma Lettera di Gabriele d' Annunzio a Giovanni
Amendola s.d., s.l
FOTOGRAFIE
ARCHIVIO PRIVATO GIOVANNI AMENDOLA
15
agos Giovanni
Amendola con Giovanni Papini 1904,
s.l. Giovanni
Amendola con Casati ed altri 23
agosto 1913, Gressoney
Foto ricordo della mamma a Todo e Ada. Foto di Eva Kuhn Natale 1914, s.d. Giovanni
Amendola con la moglie Eva e i figli Todo (Giorgio) e Ada 30
marzo 1915, Roma Giovanni
Amendola durante la campagna elettorale del 1919 1919,
Mercato San Severino (Salerno) Giovanni
Amendola in occasione del discorso tenuto durante la campagna elettorale del
1919 1919,
Mercato San Severino (Salerno) Giovanni
Amendola con l'on. Bencivenga e il Marzo
1924, s.l. Giovanni
Amendola con Antonio Giolitti ed altri. s.d.,
s.l. Giovanni
Amendola Ministro delle Colonie s.d.,
Tripoli Giovanni
Amendola Ministro delle Colonie s.d.,
Tripoli Giovanni
Amendola Ministro delle Colonie s.d.,
Tripoli Giovanni
Amendola con il Governatore Volpi s.d.,
Tripoli Arrivo
di Giovanni Amendola Ministro delle Colonie con il Governatore Volpi di Misurata
a Tripoli s.d.,
Tripoli (Foto tratta da una cartolina) Redazione
napoletana de «Il Mondo» s.d.,
Napoli Giovanni
Amendola con la moglie Eva, il figlio Giorgio e Ada (a sinistra una familiare) s.d.,
s.l. Ritratto
giovanile di Giovanni Amendola s.d.,
s.l. Giovanni
Amendola con il figlio Giorgio s.d.,
s.l. Ritratto
di Giovanni Amendola militare s.d.,
s.l. Foto
tratta dalla ristampa della rivista «Il Saggiatore» s.d.,
s.l. Giovanni
Amendola alla commemorazione di Giacomo Matteotti s.d.,
s.l. Giovanni
Amendola nel suo studio di via di Porta Pinciana 6 a Roma, dopo l'aggressione s. d., (1925) Roma
ARCHIVIO
PRIVATO ANSALDO
Lettera
di Giovanni Amendola a Giovanni Ansaldo sull'incontro a Roma dei promotori del
Movimento Nazionale 18
settembre 1924, Roma Lettera
di Giovanni Amendola a Giovanni Ansaldo in cui si acclude il testo (non
allegato) del manifesto dell'Unione 16
novembre 1924, Roma Lettera di Giovanni Amendola a Giovanni Ansaldo in cui acclude la bozza di una risposta agli intellettuali fascisti scritta da Benedetto Croce ( «Il Manifesto Croce» ), firmata da G. Fortunato, Bracco, Anile, Benelli, De Lollis... 27 aprile 1925, Roma
ARCHIVIO
PRIVATO CAPONE
Lettera
di Giovanni Amendola al Sindaco di Salerno Alfredo Capone nella quale si
congratula della fiducia accordatagli dal consiglio comunale di Salerno e porge
l'augurio di compiere significative e durature opere per la città 25
febbraio 1923, Roma Lettera
di Giovanni Amendola ad Alfredo Capone sindaco dimissionario di Salerno 9
gennaio 1924, Roma Lettera
di Giovanni Amendola ad Alfredo Capone nella quale si augura di averlo a Roma
per il congresso dell'Unione Nazionale 10
giugno 1925, Roma
ARCHIVIO
PRIVATO SCAGLIONE
Lettera
di Giovanni Amendola a Floriano Del Secolo, direttore del «Mezzogiorno».
Amendola lo invita ad informarsi correttamente sullo svolgimento della visita
fatta a Sarno, pubblicando cosi sul giornale la realtà dei fatti e non quella
falsa dell'«incidente». Altresì invita il direttore a valutare attentamente
le notizie che lo riguardano «perché ho ogni ragione per attendermi una
volgare campagna di denigrazione» 11
dicembre 1922, Roma Lettera
di Giovanni Amendola ad Emilio Scaglione riguardo il decreto che Impone ai
giornali indipendenti la nomina di un garante 17
luglio 1924, Salsomaggiore Lettera
di Giovanni Amendola ad Emilio Scaglione sull'organizzazione dell'Unione
Meridionale. Amendola precisa che e pur vero che si parte da realtà locali ma
bisogna ricordare che il progetto e nazionale 30
luglio 1924, Roma Lettera
di Giovanni ad Emilio Scaglione riguardo, tra l'altro, ad un eventuale incontro
con i capi delle opposizioni locali 10
agosto 1924, Capri Lettera
di Giovanni Amendola ad Emilio Scaglione riguardo alcune precisazioni da
apportare ad un'intervista da lui rilasciata 17
agosto 1924, Napoli Lettera
di Giovanni Amendola ad Emilio Scaglione 22
agosto 1924, Capri Lettera
di Giovanni Amendola ad Emilio Scaglione 2
dicembre 1925, Roma Lettera
di Giovanni Amendola ad Emilio Scaglione s.d.,
s.l. Lettera
di Giovanni Amendola ad Emilio Scaglione su un 'intervista rilasciata per il
giornale «Roma» s.d.,
s.l.
RACCOLTA
GENNARO AMENDOLA Lettera
di Giovanni Amendola a Stringer (Itzinger ?) in cui fa cenno ai molti che posti
«dinnanzi al dilemma o la sottomissione o la guerra civile»... «non si
sentiranno l'animo di scegliere, andranno all'estero», dichiara la propria
disposizione d'animo a fare qualsiasi sacrificio «per salvare l'Italia alle sue
istituzioni»... «intatta la Costituzione»... «da liberta del popolo italiano»...
«da sua dignità civile». Tutto «ciò che M. non vuole». Con pessimismo
Amendola riferendosi alle elezioni dichiara che anche se fossero una truffa
grottesca sarà «degli ultimi ad abbandonare l'agone» perché preferisce farsi
«massacrare» piuttosto che ritirarsi. Conclude affermando che di una «secessione
definitiva» non si può ancora parlare 6
febbraio 1924, Pisa
RACCOLTA
GAETANO ARFE’ (Fotografia)
Giovanni
Amendola alla commemorazione di Giacomo Matteotti s.d.,
s.l. (1924, Roma)
RACCOLTA
CASSOLA
Lettere
di Giovanni Amendola a Carlo Cassola I)
24 febbraio 1925, Roma 2)
6 marzo 1925, Roma 3)
13 marzo 1925, Roma 4)
27 aprile 1925, Roma Le
lettere autografe che la famiglia Cassola conservava risultano smarrite da
quando furono consegnate alla redazione della rivista Nord e Sud, da cui queste
copie sono estratte (ESI, Napoli, n. 7, giugno 1955).
RACCOLTA
DE CRESCENZO (Fotografia)
Ultima
foto di Giovanni Amendola dopo l'aggressione di Montecatini 1925,
Parigi
RACCOLTA
DE DIVITIIS
Pubblicazione
in onore di Giacomo Matteotti. Nell'interno, alla pag. 15, è pubblicato il
Memoriale di Cesarino Rossi, con riferimento all'aggressione di Amendola
RACCOLTA
RAIMONDI
Copia
del settimanale satirico «Serenissimo di parer contrario» Domenica
4 novembre 1923 «Il
Mondo» Domenica
28 dicembre 1924 Opuscolo
per la propaganda elettorale del 1924 della lista «Opposizione Democratica»
della circoscrizione Campania, capolista Giovanni Amendola Legislatura XXVII -
Elezioni Politiche. Scheda per la votazione
ARCHIVIO
CENTRALE DELLO STATO
Trascrizione
dell'intercettazione di una telefonata tra posizione che il Corriere avrebbe
assunto nei confronti 26
agosto 1918 Archivio
V.E. Orlando, b.68, f.1573 Lettera
di Tullio Giordana, direttore di Epoca a Vittorio Emanuele Orlando relativa al
giudizio di Amendola della politica di Sonnino 1
settembre 1918 Archivio
V. E. Orlando, b.68, f.1573 Lettera
della Milizia per la Sicurezza Nazionale alla prefettura di Napoli sulla
riunione del 22 aprile a Palazzo Mele che riferisce del discorso politico tenuto
da Amendola 22
aprile 1924 DG
PS, div.aa.gg. e ris, 1924, b.67 Telegramma
di Giacinto Mancuso relativo ai disordini a Sarno durante la campagna elettorale
del 5 maggio 1919 5
maggio 1919 DG
PS, div.aa.gg. e ris, 1919, b.96 Telegramma
del prefetto Cantore 7
maggio 1919 DG
PS, div.aa.gg. e ris, 1919, b.96 Telegramma
del prefetto Cantore 8
maggio 1919 DG
PS, div.aa.gg. e ris, 1919, b.96 Telegramma
del prefetto Cantore 19
maggio 1919 DG
PS, div.aa.gg. e ris, 1919, b.96 Lettera
di Amendola a Nitti con due proposte di liste governative 24
dicembre 1919 Archivio
F.S. Nitti, b.48, f.156 Fonogramma
della questura di Roma al Ministero dell'Interno sull'aggressione subita da
Amendola 1923
DG
PS, div.aa.gg. e ris, 1926, b.3 Nota
confidenziale sul dissidio Bonomi - Amendola e sulla scelta dei collegi
elettorali 21
febbraio 1924 Atti
Speciali, b.4 f.30 Telegramma
di Giacinto Mancuso, ex sindaco di Sarno, contro Amendola 5
aprile 1924 DG
PS, div.aa.gg. e ris, 1924, b.67 Nota
relativa alla nascita dell'Unione Meridionale e dell'Opposizione Costituzionale
a Napoli 1924
DG
PS, div.aa.gg. e ris, 1924, b.58 Telegramma
di Amendola per denunciare i pedinamenti cui e sottoposto DG
PS, div.aa.gg. e ris, 1926, b.3 Nota
del Console generale a Nizza per comunicare l'avvenuta sepoltura di Amendola a
Cannes DG
PS, div .aa.gg. e ris, 1926, b.3
ARCHIVIO
DI STATO DI SALERNO Circolare
a firma del Presidente del Consiglio dei Ministri Francesco Saverio Nitti, nella
quale si invita a procedere con cura alle operazioni elettorali per evitare ogni
ostacolo allo svolgimento delle operazioni stesse 21
ottobre 1919, Roma Prefettura,
b 375, fasc. 1 Telegramma
a firma del Presidente del Consiglio dei Ministri Francesco Saverio Nitti, nel
quale si invita a procedere con cura alle operazioni elettorali per evitare ogni
ostacolo allo svolgimento delle operazioni stesse 21
ottobre 1919, Roma Prefettura,
b 375, fasc. 1 Elenco
dei candidati della lista Scudo - Voti riportati da Giovanni Amendola 1919,
Salerno Prefettura,
b 375, fasc. 1 Telegramma
a firma del sindaco Casanova che chiede rinforzi per sedare la rivolta del
Partito Popolare Italiano capeggiata dall' Arcivescovo 16
novembre 1919, Amalfi Prefettura,
b 375, fasc. 1 Telegramma
nel quale il capo di gabinetto Flores chiede al Ministero degli Interni di
vietare «qualsiasi accenno voci disordini in Dalmazia e attentato legazione
italiana Belgrado» 28
gennaio 1920, Salerno Telegramma
cifrato, a firma di Giovanni Amendola, nel quale si invita il commendatore
Filippo Abbignente di Sarno a non organizzare manifestazioni popolari in suo
onore maggio
1992, Roma Telegrammi
di solidarietà a Giovanni Amendola inviati in seguito all'attentato subito a
Montecatini, intercettati dalla polizia e provenienti dai comuni di Siano, Monte
San Giacomo, Salerno, Vallo della Lucania, Teggiano e Mercato San Severino. Tra
i mittenti Nunziante, Di Filippo, Donnarumma, Caiazza, Marone, Capone, Cobellis,
Macchiaroli e Imperiali s.d.,
s.l. Prefettura,
b 429, fasc. 10 Appunto
di Francesco Saverio Nitti che impartisce disposizioni riguardo le elezioni s.d.
Minuta
di telegramma a firma di Francesco Saverio Nitti, nella quale si afferma che,
contrariamente a quanto affermano Giorgio Peirce e i suoi amici, non sono da lui
tenuti in alcuna considerazione s.d.
ARCHIVIO
COMUNALE DI MONTECATINI TERME *
* Questa documentazione in cui non compare mai il nome di Amendola denuncia il clima tra " falchi " e " colombe " e massoni tra gli anni del delitto Matteotti e durante e dopo raggressione ad Amendola. Lettera
di Carlo Scorza, segretario federale del Partito Nazionale Fascista, alla giunta
comunale nelle quale si chiedono le dimissioni dell'assessore Arrigo Del Rosso 27
marzo 1924, Lucca Lettera
di Guidi, segretario politico del Partito Nazionale Fascista, nella quale si
accusa la giunta comunale di Bagni di Montecatini e in particolare l'on. Chiesa
di interferire nella politica della sezione locale del Partito Nazionale
Fascista e si richiedono le dimissioni 27
marzo 1924, Bagni di Montecatini Lettera
di Guidi, segretario politico del Partito Nazionale Fascista quale si esprime «compiacimento
per la prova di disciplina» data guardo le dimissioni di Arrigo Rossi assessore
e consigliere 1
aprile 1924, Bagni di Montecatini Il
sindaco Scannavini scrive al prof. Pampanini invitandolo a revocare le
dimissioni e ne da comunicazione a Guidi segretario politico del Partito
Nazionale Fascista 8
agosto 1924, Bagni di Montecatini Lettera
di Guidi, segretario politico del Partito Nazionale Fascista, al sindaco in
riferimento alle dimissioni del prof. Pampanini 15
agosto 1924, Bagni di Montecatini Minuta
(di un manifesto?) in cui i consiglieri di Bagni di Montecatini illustrano i
motivi che li spingono a non rassegnare le dimissioni, «per non compromettere
nell'ora che volge, il presente e l'avvenire del Paese», nonostante gli ordini
della Federazione Provinciale Fascista 11
maggio 1925, Bagni di Montecatini Deliberazione
del consiglio comunale di Bagni di Montecatini nella quale si prende atto delle
dimissioni del consigliere Carlo Pampanini 9
luglio 1925, Bagni di Montecatini Lettera
di Bruno Biondi al Sindaco con cui si dimette da assessore e consigliere
comunale oltre che dal Partito Nazionale Fascista 18
luglio 1925, Bagni di Montecatini Copia
della deliberazione della Giunta Municipale del Comune di Bagni di Montecatini
con cui si invitano i consiglieri Bruno Biondi e Gastone Pellegrini a ritirare
le dimissioni facendo appello al «loro civismo» 20 luglio 1925, Bagni di
Montecatini Il
Sindaco Scannavini invita i consiglieri Bruno Biondi e Gastone Pellegrini a
ritirare le dimissioni dal Consiglio Comunale 22
luglio 1925, Bagni di Montecatini Lettera
di dimissioni del consigliere comunale Arturo Taddei con comunicato al
Triumvirato del Partito Nazionale Fascista 24
luglio 1925, Bagni di Montecatini I
componenti della Giunta Municipale di Bagni di Montecatini capeggiati dal
Sindaco, rassegnano le dimissioni al Prefetto di Lucca, uniformandosi all'invito
della Federazione Provinciale Fascista ( allegata bozza di manifesto rivolto ai
cittadini) 25
luglio 1925, Bagni di Montecatini
ARCHIVIO DEL COMUNE DI NAPOLI UFFICIO DELLO STATO CIVILE
Estratto
per Copia Integrale del registro degli atti di nascita, parte I, serie A, anno
1882, Quartiere San Ferdinando. Rilasciato
il 5 settembre 1996 a richiesta della Soprintendenza Archivistica per la
Campania Comune di Napoli - Ufficio dello Stato Civile
ARCHIVIO
FONDAZIONE ISTITUTO GRAMSCI
Cartolina
a Giovanni Amendola dai figli Pietro, Ada, Antonio e Giorgio 28
marzo 1920, Porto Ceresio Fondo
Giorgio Amendola, fasc. Infanzia e Giovinezza Lettera
a Giovanni Amendola del figlio Giorgio 24
settembre 1925, Roma Fondo
Giorgio Amendola, fasc. Infanzia e Giovinezza Cartolina
di Giovanni Amendola al figlio Giorgio 28
settembre 1925, Nerac-Chateau de Doaran Fondo
Giorgio Amendola, fasc. Infanzia e Giovinezza Lettera
di Giovanni Amendola al figlio Giorgio 21
luglio 1925, Roma Fondo
Giorgio Amendola, fasc. Infanzia e Giovinezza
ARCHIVIO ISTITUTO STORICO DELLA RESISTENZA E
DELL'ETA’ CONTEMPORANEA DI LUCCA
Telegramma
del Tenente comandante Ostuni della Tenenza di Pescia per la Direzione Generale
della Pubblica Sicurezza del Ministero dell'Interno, Ufficio Cifra. Descrizione
dei tafferugli avvenuti in seguito all'arrivo dell'On. Amendola a Montecatini 21
luglio 1925, Pescia Telegramma
del Maggiore Massara al Ministero dell'Interno, Ufficio Cifra. Comunicazione
sull'aggressione subita a Montecatini da Amendola, medicato presso l'ospedale di
Pistoia, successivamente partito con treno per Roma 21 luglio 1925, Firenze
Si ringraziano le famiglie Amendola,
Ansaldo, Capone, Cassola, de Crescenzo, Macchiaroli, Marone, Moscati, Pauzano,
Scaglione Arte
Tipografica, Casino Sociale di Salerno, Circolo Canottieri Irno, Hotel Majestic,
Party Service, Ristorante «La Bersagliera», Studio Adarte La
mostra documentaria, bibliografica e iconografica, realizzata dalla
Soprintendenza Archivistica per la Campania di Napoli, sarà trasferita a
Montecatini Terme ed allestita presso il {{ Grand Hotel & La Pace », quale
contributo al Convegno {{ Giovanni Amendola tra etica e politica » coordinato,
quale responsabile scientifico, dalla prof. Ariane Landuyt, dell'Università di
Siena (25-28 ottobre 1996). In occasione di queste giornate l'Emeroteca Tucci di
Napoli ha allestito una mostra di giornali su Giovanni Amendola (Napoli 10-14
ottobre 1996).
Tabula gratulatoria Giuseppe
Acocella, Antonio e Marisa Allocati, Giancarlo Alisio, Antonio Alosco, Sergio
Amato, Marcello Andria, Giuseppe Aragno, Gaetano Arfe, Associazione Culturale
Irrequieti, Teresa Barra, Mirella Barracco, Lorenzo Bedeschi, Adriana Buffardi,
Giuseppe Cacciatore, Renato Cangiano, Alfredo Capone, Ugo Carpinelli, Paola
Carucci, Francesco Paolo Casavola, Sabino Cassese, Centro Culturale della Valle
del Sarno, Centro Guido Dorso, Giovanni Cerchia, Elvira Chiosi, Maria Luisa
Cicalese, Antonio Coco, Piero Coda, Simona Colarizi, Pasquale Colella, Comitato
«Spaccanapoli Centro Antico», Domenico Corradini, Valerie Cromwell, Ettore
Cuomo, Guido D' Agostino e Laura Capobianco, Lucio D'Alessandro, Alessandro d'Aquino
di Caramanico, Elio D'Auria, Carlo De Frede, Raffaele Della Vecchia, Renata De
Lorenzo, Romeo De Maio, Gabriele De Rosa, Adriana Di Leo, Mario di Napoli, 54°
Distretto Scolastico di Sarno, Giorgio Donsi, Iolanda Gentile Donsi, Michela
Fatica, Riccardo Faucci, Federazione delle Associazioni Culturali Napoletane,
Francesco Saverio Festa, Gianni Festa, Giovanni Ferrara, Paolo Frascani, Tommaso
Edoardo Frosini, Antonio Maria Fusco, Giuseppe Galasso, Fabio Gambetti, Carlo
Ghisalberti, Gennaro Gonnelli Angela Maria Graziano, Renato Grispo, Francesco
Guizzi, Marta Herling, Pasquale Iaccio, Manlio Ingrosso, Bruno Iorio, Istituto
per la Storia del Risorgimento Italiano, Ljubinka Karpowicz, Kypris Costas P.,
Luigi La Bruna, Ugo Leone, Amedeo Lepore, Giuseppe Lo Giudice, Paolo Macri,
Salvatore Maffei, Maria Grazia Maiorini, Giuseppe
Marcenaro, Giuliano Marini, Gherardo Marone, Gilberto Marselli, Enzo Marzo,
Ermelino Matarazzo, Fernanda Mazzanti Pepe, Ernesto Mazzetti, Claudio Natoli,
Giorgio Negrelli, Simone Neri Serneri, Corrado Ocone, Gigliola Pagano de
Divitiis, Marco Paolino, Claudio Pavone, Giancarlo Penati, Roberto Pertici,
Matteo Pizzigallo, Gaetano Quagliariello, Roberto Racinaro, Rosario Rusciano,
Luciano Russi, Milletta Sbrill,i Alfonso Scirocco, Elio Sellino, Teresa Serra,
Nicola Simonelli, Vincenzo Siniscalchi, Societa Napoletana di Storia Patria,
Nicola Spinosa, Bruno Trentin, Angelo Trimarco, Aldo Trione, Vincenzo Trombetta,
Paolo Ungari, Vera Valitutto, Guido Verucci, Pasquale Villani, Mario Zaccaria. Archivio Storico Italiano – Firenze, Archivio Storico per le Province Napoletane – Napoli, Bollettino Biografico per la Storia del Mezzogiorno – Napoli, Italia Contemporanea – Milano, Meridiana – Roma, Passato e Presente – Firenze, Quaderni di Storia – Bari, Quaderni Storici – Bologna, Reset – Roma, Rivista Storica Italiana – Napoli, Società e Storia – Milano, Storia Contemporanea – Bologna, Storia Contemporanea – Torino, Studi Storici Meridionali – Lecce, Rassegna degli Archivi di Stato – Roma.
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