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Serra
di Cassano. Un palazzo, una famiglia, la storia. Tesori di una dimora napoletana
del Settecento |
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La storia
di un'epoca può essere tanto più illustrata quanto più
ampia è la disponibilità e l'attendibilità delle fonti
che ne restano. Queste fonti sono costituite da documenti che si possono
presentare nelle forme più diverse: documenti come palazzi, dipinti,
mobili, sculture, oggetti più o meno preziosi del decoro e dell'uso,
elaborazioni musicali, teatrali, oltre che come carte, piante, disegni,
immagini e, per i tempi più recenti, fotografie, pellicole cinematografiche
o ancora i più recenti supporti elettronici, tutti significativi
per illustrare un'epoca e le sue caratteristiche. Naturalmente restano fondamentali
i documenti ufficiali, delibere, verbali, rapporti, statistiche, memorie,
materiale di tipo giuridico e amministrativo delle istituzioni. Ma, senza
dimenticare che le istituzioni sono gestite da persone, per molti aspetti
della storia di un certo periodo, specialmente di tipo sociale, della storia
materiale, è importante rivolgersi al più ampio numero di
archivi privati, di carteggi, diari. |
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L'Archivio
privato Serra di Cassano, l'importante famiglia genovese che si insediò
anche nel regno di Napoli sulla rotta di tante famiglie che, specialmente
nel Cinquecento, da Genova trasferirono le loro capacità imprenditoriali
e i loro capitali a favore del regno di Napoli, è una miniera di
documentazione che offre pagine e pagine per tanti aspetti della vita politica,
economica e sociale del Mezzogiorno in età moderna, avendo la famiglia
acquistato anche il feudo di Cassano. Questo archivio è al centro
delle ricerche e delle pubblicazioni che l'architetto Teresa Leone conduce
da tempo con un capillare studio filologico sul palazzo nel suo complesso,
coltivando un rapporto costante con la Soprintendenza Archivistica per la
Campania, perché l'Archivio Serra di Cassano è sottoposto
alla tutela e gestione di questo Istituto, in quanto è vincolato
alla permanenza nel palazzo stesso, per legato del Duca Serra di Cassano,
che circa vent'anni fa ha ceduto il palazzo allo Stato attraverso il Ministero
per i Beni Culturali che a sua volta lo ha affidato all'Istituto Italiano
per gli Studi Filosofici, che qui svolge un'attività che proietta
Napoli nel più alto cielo della cultura. |
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L'archivio
della famiglia deve essere quindi conservato, tutelato e valorizzato nella
sua sede naturale, che è appunto quella dell'Archivio del palazzo
a Monte di Dio, che durante i mesi di queste iniziative potrà essere
visitato anche nella sua veste estrinseca, mentre sono parte caratterizzante
della mostra tanti suoi documenti significativi per i temi dell'arte e dell'architettura
relativi al palazzo e non solo. In questa occasione il palazzo ritorna ad
essere quello della sua storia, della storia di un secolo, il Settecento,
di particolare intensità per la famiglia, per avvenimenti che fanno
accrescere l'Archivio dei Serra di testimonianze per la loro presenza nella
"città più vivace d'Italia", nella capitale del
Regno di Napoli che vive la sua "ora più bella", in cui
la famiglia partecipa del clima illuminato della vita sontuosa che era nei
programmi del giovane re. |
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E'
quello il tempo in cui il palazzo si ampliava, si abbelliva dello splendido
scalone, di ogni sorta di arredi, dipinti, sculture e mobili, come risulta
da inventari dei beni, descrizioni di oggetti, finimenti, decorazioni, dipinti,
stoviglie, perfino dai precetti e regole di economia domestica, dalle ricette
delle prelibatezze e di una cassata alla napoletana della duchessa Laura,
la grande manager che, accanto alla gestione di terre e di beni, non trascura
queste cure domestiche oltre ad accrescere ed abbellire il Palazzo, anche
con l'ingresso su via Monte di Dio (l'attuale strada di accesso) avendo
forse realizzato che è quella, con tanti palazzi signorili, la strada
degna del suo nome, del rango della sua famiglia. Dopo qualche decennio
comunque il portone dell'originario ingresso principale, che restava quello
della strada di Santa Maria Egiziaca a Pizzolfalcone, si chiuderà
alle spalle di Gennaro Serra che viene mandato a morte per decapitazione
sulla piazza del Mercato dai Borboni restaurati alla fine della rivoluzione
napoletana del 1799, di cui erano state protagoniste anche la madre ed altre
figure femminili della famiglia definite come "madri della patria".
Una famiglia illuminata cui siamo riconoscenti per il ruolo nella storia
e ancor oggi per le testimonianze inedite che l'attuale discendente Giovan
Francesco, sensibile a questo progetto e al suo programma, concede come
ulteriori "tesori", per accrescere il patrimonio culturale che
per diversi mesi costituirà il percorso della mostra che si avvale
della generosità e della disponibilità anche di Archivi, Soprintendenze,
Musei, Biblioteche, Istituti culturali, famiglie e collezionisti cui si
rivolge il più sincero grazie, menzionando in particolare l'Istituto
Italiano per gli Studi Filosofici, l'entusiasmo del suo presidente avv.
Gerardo Marotta, l'attenzione e la pazienza del direttore professor Antonio
Gargano e della professoressa Anna Heiz. Tutte le iniziative si realizzano
anche grazie alla passione e all'impegno di studi di Teresa Leone, Adriana
Carnevale e degli amici architetti, archivisti, storici dell'arte e ricercatori.
Con vero affetto ringrazio tutti i dipendenti della Soprintendenza Archivistica
per la Campania che hanno collaborato e ancora collaboreranno all'organizzazione
e allo svolgimento di questo vasto e articolato programma, dedicandosi come
sempre con vera passione anche a questo ulteriore impegno del nostro Istituto. |
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Maria
Rosaria de Divitiis |
Soprintendente
Archivistico per la Campania |
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