La concomitanza di due importanti ed ormai tradizionali appuntamenti - la V Settimana della Cultura (5-11 maggio 2003) e la IX edizione del Maggio dei Monumenti dedicata ai Campi Flegrei - ha dato lo spunto per realizzare una mostra antologica dedicata alL'archivio storico della Diocesi di Pozzuoli. La mostra, intitolata "I Campi Flegrei nei documenti dell'archivio storico diocesano di Pozzuoli", si propone di condurre i visitatori alla scoperta di notizie, fatti, curiosità del patrimonio documentario della diocesi. I documenti esposti nella chiesa del Corpo di Cristo, presso la basilica cattedrale al Rione Terra, ritornano dopo circa venti anni, anche se solo per la durata dell'esposizione, nei luoghi dove furono prodotti ed è questo motivo di orgoglio per chi scrive e si adoperò per il salvataggio delL'intero patrimonio documentario e bibliografico avvenuto nel 1984 in attuazione della legge 784/83 "Per gli interventi urgenti connessi al bradisismo nell'area flegrea". Gli archivi diocesani nacquero con la costituzione delle comunità cristiane. Fu giusta necessità della chiesa conservare presso di se la documentazione prodotta e quindi le proprie memorie. Originariamente si annotavano i martirii e gli elenchi delle chiese con le quali si era entrati in comunione. Inoltre tra il II e il III secolo, senza alcun riconoscimento giuridico da parte dello Stato, le chiese cominciarono a costruire il loro patrimonio immobiliare. Il patrimonio si accresceva attraverso donazioni o lasciti testamentari, faceva capo al vescovo e serviva per il sostentamento del vescovo stesso, della sua casa, del clero per la costruzione dei luoghi di culto, la loro manutenzione, L'esercizio delle funzioni religiose e l'assistenza ai poveri e ai bisognosi. Gli inventari documentando l'esistenza e la consistenza dei beni, servivano soprattutto ad impedire che vi fossero appropriazioni indebite durante la vacanza delle sedi vescovili. Nel corso dei secoli gli archivi diocesani si accrescevano sempre di più anche perchè i vescovi, soprattutto tra l'VIII e il XV secolo, svolgevano funzioni di primo piano, non solo nel campo ecclesiastico e spirituale ma anche in quello della vita politico sociale delle città. Dopo il Concilio di Trento, papa Pio V sancì nel 1566 che nelle diocesi si istituisse, qualora non vi fosse ancora, l'archivio diocesano. Il materiale documentario oggi esistente nell'archivio storico diocesano di Pozzuoli è ben poca cosa rispetto a quanto, presumibilmente, deve essere stato prodotto nel corso dei secoli da una fonte archivistica tanto importante. Le vicende della storia, ancor più quelle legate al fenomeno naturale del bradisismo, e soprattutto l'incuria degli uomini e la scarsa sensibilità verso la cultura archivistica, hanno fatto sì che gran parte del materiale andasse perduto. I circa 7000 documenti dell'archivio storico diocesano - risalenti al periodo compreso tra il XII e il XX secolo - sono rimasti nell'antica sede vescovile al Rione Terra di Pozzuoli, per quattordici anni, a partire dal momento dell'evacuazione dell'intera zona, disposta a seguito del bradisismo del 1970. Nel 1984 furono trasportati a cura della Soprintendenza Archivistica della Campania nei locali dellĠIstituto Villaggio del Fanciullo. Ultimata nel 1989 la nuova sede dell'archivio, eretta accanto al nuovo episcopio, costruito presso detto Villaggio fu lì sistemato tutto il patrimonio archivistico. Nelle fonti dell'archivio diocesano puteolano si conservano documenti pergamenacei (diplomi, bolle pontificie e vescovili, atti notarili) e cartacei (culto, disciplina, vescovi, clero, amministrazione, atti giudiziari) oltre che i documenti del capitolo della cattedrale, di cui abbiamo notizia dal 1249 per la parte pergamenacea (immagini 1 e 2) e dal 1393 per quella cartacea; quest'ultima oggetto di un riordinamento analitico e della redazione dell'inventario a cura di chi scrive. Inoltre dell'archivio fanno parte non solo gli atti della diocesi e del capitolo ma anche quelli di tutte le istituzioni la cui attività nei secoli passati e, per molte tutt'oggi, ha influenzato notevolmente lo sviluppo economico, religioso, civile di Pozzuoli: le istituzioni ecclesiastiche della diocesi, confraternite ed opere pie. L'archivio diocesano è stato dichiarato di notevole interesse storico, con provvedimento del Soprintendente Archivistico dell'epoca, Giulio Raimondi, il 6 marzo 1997. La mostra antologica allestita nella chiesa del Corpo di Cristo intende rappresentare lĠimportante complesso documentario conservato nellĠarchivio storico diocesano attraverso un percorso che va dal XII al XX secolo. Il visitatore può ammirare il documento pergamenaceo più antico conservato nella diocesi puteolana: il diploma dellĠanno 1121 con cui il principe di Capua, Giordano II concede al vescovo di Pozzuoli Donato e alla sua cattedrale di San Procolo la chiesa di Sant'Angelo in crista montis. Un'altra pergamena del 1135 testimonia invece la donazione fatta alla chiesa cattedrale di San Procolo e al vescovo Mauro ed ai suoi successori della decima dell'oro, dell'argento e di tutte le altre rendite che i suoi esattori raccoglievano dal castro puteolano. La decima era la decima parte del raccolto, del reddito o di quant'altro venisse prodotto, pagata come tributo al signore feudale o alla chiesa. Sono in mostra anche documenti da cui si evince l'obbligo del pagamento di decime sul raccolto del lino e della canapa prodotti nei pressi del lago di Agnano o del pescato nel mare antistante il territorio della diocesi. Una pergamena del 1638 nella quale il papa Urbano VIII incarica i vescovi di Pozzuoli, Isernia e Sarno di comporre la controversia tra i governatori della pia opera di assistenza agli ammalati, che si recavano a Pozzuoli per le cure termali e i preti della Congregazione dell'oratorio in Napoli, che pretendevano di avere una casa ed altri beni appartenenti a detta opera, documenta come fosse fiorente il termalismo a Pozzuoli. Infatti, nel Medioevo erano funzionanti ben diciotto terme, compresa la collina di Tritoli oggi conosciuta come le "Stufe di Nerone". Il mare, parte integrante della vita del popolo puteolano, è stato oggetto di liti durate ben due secoli: 1634 - 1807, come testimoniano i documenti riguardanti la questione dei mari di Fumosa. Anche i terremoti fanno tristemente parte della vita di Pozzuoli. E' infatti in mostra il documento che riporta la testimonianza di un uomo, Antonio Russo, che visse il momento terribile dellĠeruzione del Monte Nuovo avvenuta nella notte tra il 29 e 30 settembre del 1538. Egli racconta la sua esperienza nel 1587, 49 anni dopo l'accaduto, negli atti del processo relativo all'ospedale di Tripergole, distrutto in seguito a quella eruzione. Singolare è il documento del 1639 relativo all'indulgenza plenaria e remissione dei peccati concessa da Papa Urbano VIII ai visitatori della chiesa di Santa Maria Libera a Scandalis in Quarto, contenuto nel volume riguardante la controversia tra la diocesi di Napoli e quella di Pozzuoli per la giurisdizione vescovile sulla chiesa e territorio di Quarto. Esposte in mostra vi sono anche piante topografiche di Bacoli e dei Campi Flegrei, di Fuorigrotta, di Soccavo eseguite in occasione di controversie; si segnala in particolare la pianta corografica settecentesca e la riproduzione della stessa fatta dal disegnatore Gennaro D'Ambrosio, su incarico del vescovo monsignor Alfonso Castaldo, per la questione tra le diocesi di Pozzuoli e Aversa per la delimitazione dei confini (1953-1957). I documenti esposti, provenienti dal fondo Acta Civilia e dal fondo Acta Criminalia (secoli XVI-XIX), che trattano i processi civili e criminali svolti nella Corte vescovile di Pozzuoli, costituiscono, nel loro complesso, uno spaccato degli usi e costumi del popolo e del clero puteolano: nel 1594 poteva essere sottoposto a processo, per esempio, un sacerdote che avesse assistito ad uno spettacolo teatrale. E' del 1663, invece, il documento riguardante don Geronimo, un prete milanese, in visita insieme ad altri preti forestieri, alle antichità della zona flegrea e alla Solfatara ferito dall'oste per disaccordi sul prezzo del pranzo. Vi sono in mostra anche stati d'anime, processetti matrimoniali e i registri parrocchiali delle chiese più antiche della zona flegrea, quali la cattedrale di San Procolo e la chiesa di Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli (i cui registri hanno la copertina ricavata da fogli pergamenacei di libri corali), la chiesa di Sant'Anna Gesù e Maria di Bacoli, di San Vitale di Fuorigrotta , dei Santi Apostoli Pietro e Paolo di Soccavo, di San Giorgio Martire di Pianura, relativi ai secoli XVII e XVIII.

Angela Spinelli - Soprintendenza Archivistica per la Campania